fredag den 28. oktober 2011

negativi controluce.

partirei da un dato fisso. la mia scrivania.
e il mio sedere costantemente poggiato sulla sedia davanti alla scrivania.
perennemente fisso. forse era proprio quel di cui avevo bisogno. un punto fisso. impersonale. immobile. zitto.
qualcosa che possa appartenere a qualsiasi luogo, essere ovunque. nella mia casa materna, come nelle mie varie ex case, in danimarca, in alaska, in francia, in australia. ovunque. saremmo sempre io e lei, la mia scrivania.
e ora capisco perchè non mi turba il fatto di non guardare mai il mare o affacciarmi dal balcone. non ha alcuna importanza, ora. sbircio solo ogni tanto il tramonto, perchè della bellezza non mi stanco mai.
un punto fisso chemi tenga fermo in questo limbo in cui mi sono cacciata. che non mi faccia perdere. che mi faccia finire il lavoro per cui sono bloccata, per poi lasciarmi andare. non sento la necessità delle relazioni, ne di quelle vecchie ne di farmene di nuove. non ha alcun senso. perchè è come se io qui non ci fossi. come fossi un fantasma temporaneamente bloccato in un luogo a concludere qualcosa che deve completare prima di andare. è strano per me che sono sempre presente, per me, per tutti, per il mondo. ora è solo il mio cervello ad essere presente. faccio solo le cose necessarie per tenermi viva, e far contento qualcuno. la mia famiglia. perchè ne ha bisogno. e nient'altro.  non ho mai provato questa sensazione del non luogo. i luoghi sono importanti per me. e lo saranno sempre. ma per il momento sono eterea, trasparente, momentanea, temporanea, astratta.
il limbo, per come dante l'aveva concepito, era una tortura. è una tortura. ma in questo momento è ciò di cui ho bisogno. è un'ancora di salvezza, un momento in cui fermarsi, fare il punto della situazione, risolvere le cose che ci sono da risolvere e iniziare un nuovo capitolo della propria vita. effettivamente un pò mi pesa, perchè non sono fatta per questo, per riflettere, per essere in equilibrio con me stessa, per non avere pulsinoni, necessità, insoddisfazioni da dovere riempire. l'equilibrio non mi appartiene, e ne sono contenta. il non equilibrio ti porta a vivere, alla ricerca, alla scoperta. ed è ciò che mi piace della mia vita. ma ora posso apprezzare in pieno ciò, stando ferma per un pò. anche fisicamente. immobile. senza farmi toccare da ciò che mi succede intorno. non vedo l'ora che finisca certo. ma non ho mai avuto una visione così lucida di me stessa. così sincera, netta di me. mai. significa che si sta chiudendo un capitolo,si sta riavvolgendo la bobina, e vedi tutto in maniera più chiara, con un filo logico. vedi i nessi, le cause e le ragioni delle cose. e per vedere i negativi delle cose, delle foto, ti devi fermare, metterli controluce e guardarli attentamente, sforzandoti di decifrare ogni particolare. ecco io sto guardando i negativi dei miei ultimi 24 anni. quando finirò li conserverò in una di quelle buste vintage che si usavano una volta, li metterò in tasca e inizierò un nuovo rullino.
una nuova pellicola.