mandag den 19. september 2011

e quando si lascia un pò più di spazio alla dolcezza.

Sesso. spesso un'ancora di salvataggio, a volte un peso che ti porta a fondo.
volevo raccontare in questo blog più di quanto non abbia fatto. il segreto è che ho vissuto. e ho parlato. raccontato ad anime vive mobili pulsanti. e queste mi hanno ascoltato. nulla di più difficile da trovare.
e addirittura tre.
forse di più ma tre quelli che mi hanno scosso.
dicevo. il sesso può essere appagante per la propria autostima. ne abbiamo bisogno per soddisfare il corpo e nutrire il nostro orgoglio di animali a caccia. per dimostrare che ne siamo capaci. che dopo tante cicatrici ne siamo ancora capaci. ma poi una volta dimostrato a te stesso di essere capace di voracità inaudita, insensibilità alla superficialità allo squallore alla fugacità all'insensatezza e al dolore ti rimane ben poco. un vuoto scavato raschiato fino in fondo. e lì capisci che hai ben altro da dimostrare a te stesso.
la capacità di amare, di ascoltare, di farsi ascoltare, di guardare un tramonto con qualcuno senza doversi chiedere il perché, senza doversi preoccupare che intimo hai indossato quel giorno, o se sia l'ora di andare a casa.
e inizi a pregare perchè non finisca mai, e ti chiedi come abbia fatto a resistere così a lungo, e perché debba finire così presto. non è corretto.
e quando uno dopo l'altro diventa sempre più bello, le sensazioni si moltiplicano e sembra di innamorarsi ogni piè sospeso, ogni parola, ogni passo, ogni sorriso. e vorresti approfittarne fino a svenire, fino ad essere sommerso dai sensi di colpa.

Il primo. assolutamente inaspettato. un fulmine a ciel sereno. quando perché. subentrano i profumi di cui avevi perso ogni traccia. un abbraccio di chi vorrebbe tenerti stretto ma non può, ma l'alcol lo aiuta a farlo. l'unica donna tra ragazzine. l'unica che ne valesse la pena. tanto da salvarla dallo squallore di una scopata senza senso. e tu vorresti di più. e poi più distanza per evitare il desiderio.

Il secondo. un bacio annegato nell'alcol per dimenticare le distanze altrui che si trasforma nella chimica delle parole. nella condivisione. di una coperta, dei rumori di un temporale, di un buon brano musicale. di una ricetta senza tempo. di un buongiorno senza aver dormito. di un preoccuparsi dell'altro. Intimità cercata accarezzata.  ma senza spingere. dolcemente. apprezzando quel che c'è

Il terzo. il caso tira brutti scherzi. e ti ritrovi qualcuno che non riesci a capire dove fosse stato fino ad allora tante sono le connessioni. e si racconta. ci si racconta. delle distanze. delle intimità mancate. e cresce il desiderio di scavare ancora un pò di spingere ancora un pò. solo col naso. per vedere se è vero. se è reale o solo fantasia. e ti ritrovi a sgambettare su un pontile canticchiando una canzone. a ridere da soli senza che altri possano capire. a tenersi per mano perché ne hai bisogno. profondamente. lasciandosi alle spalle le notti con donne e uomini a cui non faresti mai neanche una carezza. e le promesse per i giorni seguenti. perchè sai che il tempo stringe. il tempo è poco per quello che si vuol fare. ma va bene così, si chiude la porta e si torna a casa con qualcosa in più da dover dimenticare.

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